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XI Concorso Paola Adamo ‘24

Tema: “Hai mai provato una delusione dopo aver coltivato a lungo un tuo sogno? Racconta…”

Utente TAIC82600L-psc

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Anche quest’anno, come ormai da diverse edizioni, le classi della Sec. di primo grado dell’I.C. Calò hanno partecipato al concorso bandito dalla Fondazione Paola Adamo, ricevendo più di un premio.

Uno dei tre temi premiati, quello dell’alunno di I C Vincenzo Antonio Donno, si apre con una domanda, ossia cosa sia la Fondazione Paola Adamo, non avendone mai sentito parlare, al contrario di altre, che ha cura di elencare. Può sembrar strano, ma se non fosse per il Concorso, nella nostra Diocesi il nome della giovane ragazza tarentina, in odore di santità, sarebbe davvero poco noto, sebbene conosciuto in tutto il mondo, dal Sud America alle Filippine. Per contribuire alla conoscenza della giovane, definita «seminatrice di un vivere “pulito”» (Sr. Domenica Grassiano), si danno di seguito alcune note biografiche.

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Paola ADAMO, nata a Napoli il 24 ottobre 1963, è vissuta a Taranto.

La sua breve, intensa vicenda umana è stata certamente un dono di grazia, ma nel contempo anche il risultato di una eccezionale capacità educativa dei suoi genitori, papà Claudio e mamma Lucia, architetti di professione e Salesiani Cooperatori.

Frequentò la Parrocchia di San Giovanni Bosco.

Con donazione serena e cosciente, s’impegnò a vivere con amore i propri doveri verso Dio e i fratelli.

Ragazza moderna, amò lo sport, la musica, l’arte, la bellezza, lo scherzo, l’amicizia; intelligente e volitiva sviluppò le sue potenzialità umane, in famiglia, nella scuola e nel mondo esterno, aprendosi ai valori della socialità e della solidarietà, in sintonia con la visione cristiana della vita.

In forza di una precoce maturità, innestò la sua esistenza su una pratica di fede, convinta e gioiosa, derivatale prima da una naturale trasmissione da parte dei suoi genitori e poi gradualmente fatta propria.

Nel suo diario, che iniziò a nove anni, lasciò alcune massime che riflettono il suo desiderio di progredire verso il bene

Scrisse: Per vivere in eterno bisogna avere la parte più importante libera dai peccati e dalle colpe; questa parte è l’anima.  Ecco la chiave della vita “.  

E a dodici anni: “Se credi in Dio hai il mondo in pugno! “

 Ed ancora “Il difficile non esiste, l’impossibile richiede solo un po’ di tempo”. “L’uomo deve fare solo ciò che può fare, e non ciò che vuol fare, altrimenti diventa causa di disastri”.

“Aspetta con calma e avrai tutto ciò che desideri”.

“Se qualcuno giudica male la tua personalità non farci caso, sono i tuoi che la devono giudicare”.

Si direbbe che questa adolescente abbia dato messaggi ben più grandi di lei!

Forte e decisa, seppe “contestare la società dei consumi e delle ideologie dominanti, imparando a lottare per il bello, il vero e il buono, con una grinta e una fierezza che hanno del sorprendente”, si legge in un intervento a stampa.

Ma, nel pieno di una adolescenza viva ed armonica, a 14 anni e otto mesi, nel Giugno del 1978, Paola si sentì male e fu ricoverata d’urgenza all’Ospedale “Cotugno” di Napoli. In pochi giorni fu stroncata da una epatite virale fulminante.

Il 28 giugno 1978 rese la sua bell’anima a Dio, matura per il cielo.

La sua fama di santità, che perdura da oltre quarant’anni dalla sua morte, ha condotto l’Arcidiocesi di Taranto a muovere i primi passi per l’avvio della sua causa di beatificazione e per l’accertamento delle sue virtù eroiche. Paola è stata riconosciuta Serva di Dio.

L’8 settembre 2018, presso il santuario di San Pio da Pietrelcina in San Giovanni Rotondo, S.E. Mons. Filippo Santoro, Arcivescovo Metropolita di Taranto, ha introdotto la causa di beatificazione di Paola.

I resti mortali dì Paola riposano presso il cimitero “San Brunone” di Taranto, nel Campo 35, nella Cappella D’Ammacco Adamo.

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Alla cerimonia di consegna dei premi e degli attestati, presieduta dalla D.S. prof.ssa Marianna Galli, hanno preso parte le famiglie dei tre studenti e la docente di Lettere della I C, prof.ssa Valentina Sileo. La Dirigente e la scrivente hanno introdotto il significativo momento ricordando le finalità del Concorso, l’importanza della Fondazione e la limpida figura di Paola, grande testimone per i nostri ragazzi. La sua è stata una vita breve, ma intensa, allegra, sportiva, fresca, educata ai valori umani e cristiani, vissuti in famiglia, a scuola, in parrocchia, con gli amici… «Ha vissuto la vita in tutta la sua bellezza e nel significato più autentico. Ha raggiunto una vetta interiore di meravigliosa luminosità nella ricerca di tutto quello che c’era di più grande, più bello, più puro»(dal Foglio mensile, aprile 2024).

La tematica proposta dalla Fondazione per l’edizione 2024 – “Hai mai provato una delusione dopo aver coltivato a lungo un tuo sogno? Racconta…”- ha aperto lo scrigno dei sentimenti più profondi ed intimi dei nostri studenti, i quali, peraltro, hanno preso la parola durante la premiazione, sorprendendo i presenti per la loro sicurezza, per le parole di ringraziamento alla Fondazione, per la presentazione di alcuni tratti della personalità di Paola che li ha colmati di ammirazione, e per il pensiero finale rivolto alla mamma, l’arch. Lucia D’Ammacco Adamo.

Pubblichiamo alcuni stralci degli elaborati selezionati dalla Commissione.

«Sogni e delusioni convivono in me, insieme, ma ora, dopo aver “incontrato” Paola, ho fatto mio il suo motto: “Se credi in Dio hai il mondo in pugno”. Cercherò di impegnarmi molto per realizzare i tanti sogni che ho, affidandomi sempre ai consigli di chi mi vuole bene ed allo sguardo di Dio», ha scritto nella conclusione del suo tema Vincenzo Donno (I C), colpito dal motto di Paola.

Milena Carol Pollicoro (I B, primo premio), ripensando alla malattia ed alla perdita del nonno, ha tratteggiato con vivide pennellate i suoi ricordi: «Tra le cose che ricordo meglio di te ci sono soprattutto gli occhi azzurri come il mare in tempesta che sono lo specchio dell’anima, l’unica parte del corpo che non invecchia, rimane uguale per il resto dei tuoi giorni e secondo me è un concetto che va ricordato perché c’è chi s’ innamora del fisico di una persona, della pelle, dei capelli che con il tempo cambiano e poi c’è chi s’innamora del cuore, del carattere e degli occhi, quello sì che è vero amore. I miei nonni sono la dimostrazione concreta che con gli anni sono rimasti uniti, una in terra e uno in cielo comunque insieme per l’eternità e non sarà di certo la morte a separarli. Ecco, la Fondazione credo sia un atto d’amore, perché tiene vivo il ricordo, la testimonianza e l’insegnamento di Paola, che dal cielo guarda e protegge la mamma, i parenti e tutti quelli che come me la stanno conoscendo».

Eliza Girgea (III B) ha ricordato una delusione, che l’ha fatta maturare: «[…] con la fine di questa amicizia oltre ad aver provato una grandissima delusione, che mi ha cambiata, i miei sogni insieme a lei sono stati completamente distrutti. Sono giovane e conoscerò altra gente, anche alle superiori, che – spero – mi faranno dimenticare tutto. Chissà come si sarebbe comportata Paola al mio posto. Lei amava la verità. Avrebbe accettato in silenzio di mettere se stessa in discussione pur sapendo di aver ragione?».

(M.C.B.)