Da tre anni, per precipua e lungimirante volontà della Dirigente scolastica prof. Marianna Galli, l’offerta formativa dell’I.C. Calò è stata qualificata ed arricchita dall’introduzione nell’orario curriculare dei tre ordini (Secondaria, Primaria, bambini di 5 anni dell’Infanzia) di un’ora di P4C (Philosophy for children). Non si tratta della Filosofia come disciplina, ma della filosofia come pratica, con particolare attenzione alla logica – secondo quanto indicato da M. Lipman, fondatore e promotore del progetto della P4C – ed alla ricerca, che si sostanzia nella pratica del confronto dialogico. Nella comunità di ricerca l’insegnante svolge il ruolo di facilitatore ed è capace di concentrarsi sulle modalità e sullo sviluppo dell’indagine.
La sperimentazione ha riscosso successo e nelle due classi a me affidate( 2 B e 2 C), così come nelle altre, fin dalle prime sessioni filosofiche è stata rispettata una delle regole d’oro della P4C, utile sempre ed in ogni campo, ovvero parlare rispettando il proprio turno, imparando ad ascoltarsi, senza sovrapporre voci, pensieri o quant’altro possa bloccare il confronto educativo e le sollecitazioni rinvenienti dal testo “Il prisma dei perché”(Lipman), aperto ad una dimensione labirintica, che rilancia costantemente il pensiero verso nuovi orizzonti di ricerca, ben oltre le righe stesse. In più casi la comunità di ricerca, dopo la lettura in circle time e la redazione dell’agenda, si è divisa in gruppi d’opinione, i quali hanno saputo anche riformulare e mettere in gioco le proprie certezze, riuscendo a capire che il confronto è ricchezza e crescita. Si è rafforzata la capacità di argomentare, in un clima assolutamente positivo. Dall’iniziale rispondere a semplici domande si è via via passati a “Idee guida” molto complesse, proposte anche dal manuale a corredo del libro. Indubbiamente hanno fatto presa i passaggi relativi proprio al pensiero: Da dove provengono i pensieri? I pensieri sono reali? Esiti superiori alle attese anche quando il testo (che ricordiamo essere testo – pretesto) ha indotto ad interrogarsi sull’amicizia e su quanto si sia disposti a fere per un amico. La partecipazione e l’approfondimento filosofico sono stati globalmente molto soddisfacenti, unitamente ai momenti di metacognizione finali
Maria Carmela Bonelli
Si pubblicano di seguito alcune considerazioni scritte dagli alunni al termine dell’anno scolastico 2023-2024
Riflessioni… Abbiamo potuto vedere una chiara maturazione di noi alunni nel corso dei due anni di pratica della P4C. Grazie a questa, infatti, è stato possibile allenare la mente ed imparare a riflettere prima di parlare, a guardare il mondo con occhi diversi, a lavorare in gruppo e a non dare tutto per scontato.
Passo dopo passo siamo riusciti ad acquistare nuove capacità nonostante le difficoltà, perché abbiamo imparato ad ascoltarci a vicenda.
Nonostante la nostra vivacità, la classe soprattutto quest’anno è riuscita ad appassionarsi, partecipando alle discussioni e condividendo le idee con garbo. E’ proprio così che siamo cresciuti non solo fisicamente ma anche nel nostro carattere.
Il libro-pretesto e la prof. facilitatrice ci hanno insegnato ed aiutato a ragionare. Ma cosa significa ragionare?
Abbiamo imparato anche il significato di questa parola.
Abbiamo imparato che da una frase qualsiasi si può ricavare il pretesto per una nuova discussione, ripartendo sempre senza sosta e con passione.
Abbiamo analizzato e giudicato a fondo ogni singola parola, lavorando insieme, proponendo nuove idee e talvolta rivedendo le nostre. Abbiamo scelto cosa più ci interessava, avviando lunghe discussioni, sperando che l’ora non finisse presto.
Clotilde Galante – II C
Abbiamo finito, peccato! E sì, le ore di Philosophy for children sono terminate prima del 6 giugno…Certo la nostra Preside ha avuto un’idea geniale introducendo la P4C! E’ stata per me:
- La possibilità di ascoltare le idee degli altri ed affinare le mie;
- Bella;
- Una possibilità capace di creare un clima di vera partecipazione;
- Un modo per “governare” la classe, rendendo tutti protagonisti;
- Una possibilità di confronto sereno;
- Una possibilità per poter riflettere su tematiche nuove;
- Una possibilità per esprimerci, senza il timore del voto;
- Una scoperta;
Provo a dare un voto:
- Ascolto: Si è registrata una vera maturazione nel corso dell’anno.
- Partecipazione: ottima.
- Approfondimento: tra il 70 ed il 100%.
- PSER: Ottimo.
- Facilitazione: 10 e lode!
Giada Pepe – II C
Nota conclusiva… Un altro anno di scuola media è volato via. L’aggiunta della P4C è stata quell’ ora di tempo che abbiamo dedicato alle nostre riflessioni su diversi ed importanti argomenti, scaturiti dalla lettura del testo/pretesto, pertanto alle nostre opinioni personali, capacità, questa, che nel tempo – per vari motivi – rischiamo di perdere. Una materia che può sembrare inadatta alla nostra età, ma è la corrente di pensiero che ci aiuta a stare bene con noi stessi e con gli altri ascoltando le loro idee, rispettandole e confrontandoci. E’ un’ ora in cui sento di poter dire che affrontiamo le nostre paure, le timidezze e insicurezze, che fanno parte della nostra vita quotidiana, comunicando con gli altri ed evitando di chiuderci in noi stessi. Non mi sembra poco!
Anita Calabrese – IIB
Anche P4C si conclude con successo… Dopo aver preso parte a tante sessioni filosofiche, per il secondo anno, con la nostra cara prof Bonelli, molti di noi possono affermare di essere più riflessivi, capaci di critica costruttiva, aperti alla riflessione sui tanti temi, che abbiamo affrontato di volta in volta. Non solo su questi, perché noi acquisiamo un metodo che diventa parte di noi stessi. La Philosophy for children è stimolante perché quasi sempre tutto parte dalla lettura in circolo del testo, che in realtà è pretesto, perché dalla lettura, dopo aver costruito l’agenda (perdonate il linguaggio tecnico, che qualcuno potrà non capire!) si traggono argomenti spesso totalmente diversi dal contesto presentato e si avvia, così, una sessione filosofica, che coinvolge tutti, proprio tutti.
Dall’ascolto e dal confronto nasce il rispetto delle opinioni altrui, ma va detto anche che ascoltando gli altri noi possiamo metterci in discussione e cambiare il punto di vista. Nella libera esposizione ci si apre a nuove prospettive; spesso non c’è una risposta definitiva ed il bello sta nel poter esprimere i propri pensieri senza essere corretti o giudicati. Alla fine si esprime un voto su 5 fasi di svolgimento, tra cui anche la valutazione della nostra facilitatrice! Grazie prof e grazie Preside!
Clarissa Carrera II B
Conclusione di P4C… Per me l’ora di P4C è molto bella perchè ognuno può esprimere il proprio pensiero, senza essere giudicato. E’ bella proprio perchè molte volte c’è chi dice di NO ad una discussione e c’è chi dice di SÌ. Poi chi ha detto SÌ si confronta con chi ha detto NO, nel rispetto, senza forzarlo a cambiare idea.
In questo modo, la discussione prende vita e tutti noi apriamo la nostra mente. Una delle sessioni filosofiche più belle secondo me è stata quella nella quale abbiamo parlato del coraggio dei ragazzi nel contraddire su qualcosa un professore. Quella discussione è stata molto aperta perchè si parlava di qualcosa di vero. Qualcosa di non facile…
Infatti, almeno per me, la maggior parte degli studenti non ha il coraggio di affrontare determinati argomenti con una professoressa, figuriamoci poi contraddirla. Abbiamo capito che non bisogna aver timore, ma bisogna saper cogliere l’occasione e affrontare la situazione, con la dovuta gentilezza. Le buone maniere non deludono mai.
Anita Sozio – II B
Un momento di particolare e sentito confronto si è avuto quando, leggendo il capitolo 9, abbiamo affrontato la posizione di Daniele, il quale, per scelta della famiglia, è stato esonerato dall’ora di Religione. In un serrato confronto, anche con le posizioni dei compagni di Classe del ragazzo, ha fatto presa l’espressione: la religione è per me come la mia terra madre. Da questo sono scaturite tante idee, che gli alunni della II B hanno voluto redigere un testo da leggere in classe: la terra natìa intesa come l’Italia, la Puglia, la Romania, Ginosa. Diamo di seguito il testo di Clarissa Carrera, che, con punte di toccante lirismo, descrive la nostra Ginosa. Un testo nel quale ognuno di noi potrà ritrovarsi, senza confutare alcun passaggio, ma semmai aggiungendo pensieri generati dalla propria sensibilità.
LA MIA TERRA MADRE
Ginosa, la mia terra madre, è più di un luogo sulla cartina, è il cuore pulsante dei miei ricordi, l’incarnazione dei valori tramandati da generazione in generazione.
Le sue strade polverose raccontano storie antiche, intrecciando il passato con il presente in un abbraccio senza tempo.
In ogni pietra della gravina, in ogni stradina, in ogni piazza, in ogni parte di Ginosa lascio un pezzo di me.
La gravina: la parte più bella, più tranquilla, quella che ci ha salvati dalla terribile alluvione, il posto in cui tutti i ginosini lasciano il loro affetti, come in uno scrigno indistruttibile.
Le stradine, poi, sono il luogo in cui i ragazzi come me vivono le loro esperienze come il primo bacio, il primo abbraccio, dove divertirci e sorridere senza pensieri.
Le piazze in cui facciamo le peggio figure, giochiamo, balliamo, cantiamo e dove lasciamo alle spalle tutti i problemi…
Le incredibili feste patronali, che sono una tradizione religiosa del mio paese e lasciano sempre un senso di amore; i Santi patroni, le Chiese antiche: quante volte ce ne parla la nostra prof, aiutandoci a capire quello che non sappiamo ed a vedere quello che si cela, ma che il tempo non ha cancellato.
La cucina, che ammettiamolo, è la più buona essendo pugliesi; in ogni piatto è presente un ricordo, l’amore per i nonni che li preparavano e la gioia di stare tutti insieme.
I campi sono il settore più vasto e produttivo. Grandi e fertili distese, tra le quali quelle di ulivi, da cui si trae un rinomato olio.
Ginosa è un filo che lega il mio passato con il mio presente e con quello che sarà il mio futuro; mi ricorderà per sempre da dove vengo.
Ginosa è il mio porto sicuro, il rifugio in cui trovare le mie radici quando il mondo intorno diventa stressante.
In ogni tramonto, alba, sento il calore di un abbraccio che mi dà la forza di affrontare qualsiasi tempesta.
Così, tra le mura antiche e i colori di Ginosa, ritrovo me stessa con tutti i suoi difetti e pregi.
Ginosa rimarrà sempre la mia terra madre, anche quando, forse, partirò lontano.
Clarissa Carrera II B
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